3 Errori Comuni sui Social Media: Come Evitarli e Applicare il Modello AIDA per UNA COMUNICAZIONE di Successo
Nel mondo digitale odierno, i social media rappresentano una piazza virtuale dove marchi e consumatori si incontrano, interagiscono e costruiscono relazioni. Tuttavia, navigare nel vasto oceano dei social network richiede più di una semplice presenza online; richiede una strategia accurata e mirata. Evitare errori comuni e applicare modelli efficaci come AIDA può fare la differenza tra una campagna che passa inosservata e una che cattura l'attenzione e converte.
L'importanza della comunicazione sui social media
Per ogni azienda, i social media sono diventati uno strumento indispensabile per raggiungere il pubblico in maniera diretta e personale.
Attraverso piattaforme come Instagram, TikTok o LinkedIn, solo per citarne alcune, le aziende possono costruire un marchio forte (autorevolezza), migliorare il servizio clienti (customer care), aumentare la visibilità (awareness) e guidare il traffico verso il loro sito web. Una comunicazione efficace sui social media può aiutare a stabilire una connessione emotiva con i clienti, promuovere la fedeltà al brand e aumentare le vendite.
Nonostante quanto abbiamo appena scritto sia ovvio e praticamente indiscutibile, ci sono ancora moltissime realtà aziendali che sottovalutano il potere dei social media.
A volte, pur avendo aperto account e profili aziendali sui principali social network, queste realtà tendono a pubblicare pochissimi contenuti (a volte, restano proprio in silenzio), pensando che questo modo di comunicare non possa nuocere o "far del male" all'immagine dell'azienda.
In realtà, profili silenti o immobili dal punto di vista comunicativo, vengono già percepiti come poco attenti al cliente, poco desiderosi di comunicare i dettagli dei propri prodotti o servizi, poco disposti ad aprirsi al confronto. Ma proprio partendo da questo punto, ora elencheremo i tre principali errori che vengono commessi online dalle aziende.
Tre errori assolutamente da evitare
Errore 1: Ignorare l'ascolto sociale
Molti marchi trascurano l'importanza dell'ascolto sociale, ovvero il monitoraggio delle conversazioni online per comprendere cosa pensano i consumatori dei loro prodotti o servizi. Ignorare queste conversazioni può portare a una percezione negativa del marchio e a opportunità mancate di coinvolgimento e risoluzione dei problemi.
Questo è un aspetto molto importante che viene spesso messo da parte. L'immagine che dipendenti e responsabili hanno della propria azienda può non corrispondere a quella che hanno i clienti. Questa semplice frase molto spesso non viene nemmeno presa in considerazione. Ed è un errore.
Errore 2: Postare contenuti irrilevanti
Un altro errore comune è la pubblicazione di contenuti che non risuonano con il pubblico di riferimento. I contenuti devono essere attentamente curati per rispecchiare gli interessi e le esigenze del pubblico, altrimenti si rischia di perdere follower e di ridurre l'engagement.
Quando comunichiamo qualcosa, postiamo un'immagine, creiamo un reel o vogliamo dare una notizia relativa alla nostra azienda, la prima domanda che dobbiamo farci è sempre "A chi sto parlando su questa piattaforma?".
Una stessa notizia può essere data in maniera diversa se verrà comunicata su Facebook o su Linkedin, tra le stories di Instagram o su X. Pensare sempre al target, a chi vogliamo parlare. Il rischio di questo errore è quello di essere "criticati" da un target che nemmeno avevamo preso in considerazione e che non ci interessa.
Errore 3: Non avere una strategia coerente
L'assenza di una strategia coerente sui social media può rendere la comunicazione frammentata e incoerente. Senza una direzione chiara, è difficile misurare il successo delle attività sui social e ottimizzare le campagne in corso.
Se nel paragrafo precedente abbiamo parlato del target, un altro aspetto importante è la definizione chiara e semplice degli obiettivi. Gli obiettivi sono le colonne portanti della strategia. Senza obiettivi non ci può essere strategia.
Vogliamo aumentare le vendita semplicemente? Oppure vogliamo diventare un punto di riferimento per un argomento preciso? Vogliamo essere accattivanti e pungenti, o vogliamo essere ricordati per l'eleganza e la preparazione della nostra comunicazione?
Una strategia ben studiata deriva dalla definizione di obiettivi chiari.
Il Modello AIDA
Un piccolo consiglio che ci sentiamo di dare riguarda soprattutto la cura nella redazione dei copy sui social media. Utilizzare il modello AIDA — Attenzione, Interesse, Desiderio, Azione — può elevare significativamente l'efficacia delle vostre campagne pubblicitarie.
Attenzione
Inizia con un elemento che cattura immediatamente l'attenzione, come un'immagine accattivante o un titolo provocatorio. L'obiettivo è fermare lo scorrimento e far soffermare l'utente sul tuo contenuto.
Interesse
Una volta attirata l'attenzione, mantienila fornendo informazioni interessanti o contenuti di valore che risuonino con il tuo pubblico. Può trattarsi di dati curiosi, insights utili, o storie emozionali.
Desiderio
Sviluppa un desiderio mostrando i benefici del tuo prodotto o servizio. Racconta come esso può risolvere un problema, migliorare la vita dell'utente o portare gioia.
Azione
Concludi con una call-to-action chiara che guidi l'utente a compiere un'azione specifica, come visitare un sito web, iscriversi a una newsletter, leggere un articolo del blog o effettuare un acquisto.
Applicando queste fasi con attenzione e creatività, potrai non solo migliorare la qualità della tua strategia sui social media, ma anche incrementare significativamente l'engagement e le conversioni.
Conclusioni
Navigare i social media con successo richiede una comprensione profonda dei propri errori e una strategia solida. Evitare gli errori comuni e applicare principi di marketing efficaci può aiutare a trasformare i social media in potenti canali di vendita e engagement.
Mantenendo il focus su contenuti rilevanti, strategie coerenti e tecniche persuasive, le aziende possono sfruttare i social media per costruire relazioni durature e promuovere una crescita sostanziale.
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Scrivo, perché se dovessi parlare potrei ferire qualcuno con il mio accento bresciano. Vorrei dire che ho studiato Giornalismo, ma poi quelli che l’hanno studiato davvero, alla Scuola di Giornalismo intendo, si arrabbierebbero. Allora vorrei dire che ho studiato Lettere e Filosofia, ma poi i letterati e i filosofi, apriti cielo, “Non sei uno di noi!” e avrebbero ragione, per carità. Allora vorrei dire semplicemente che mi sono laureato, ma anche qui, quelli che hanno studiato cinque, sei, dieci anni mi direbbero “E la chiami laurea quella?”. Allora, per non far arrabbiare nessuno, dico semplicemente che ho studiato, sì, qualcosa ho studiato. E nessuno può arrabbiarsi, nemmeno le professoresse e i professori che ho avuto al liceo, perché loro mi han già bocciato un anno, quindi, in caso di rabbia, siamo già pari. Poi, io, ti dico, mi piace anche Parigi, Venezia di notte, il cinema che c’è la stanza tutta al buio come una magia, i portici, le caramelle del mercato, un libro qualunque di Gustav Stiksen (ammesso che ne abbia mai pubblicato uno) e l’Arte Concettuale, che non ci capisco nulla, poi mi sembra di capire tutto, e invece no, non ci capisco nulla. Che poi io ho detto all’inizio che scrivo, ma, ad esempio, la punteggiatura. La uso. A caso; è un problema, lo capite!