Cos'è una Pillar page: tutto quello che devi sapere per crearne una

In questo articolo ti spiegheremo cosa sia una pillar page e perché sia così importante (anzi fondamentale!) per qualsiasi strategia SEO tu abbia messo in pratica. Niente di complicato, promesso, facciamo un passo alla volta insieme, iniziamo!

PERCHÉ SERVE UNA PILLAR PAGE?

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Adesso ti starai chiedendo “perché la prima domanda è questa e non che cos’è una pillar page?”. Domanda logica, ma prima di spiegarti cosa sia una pillar page c’è una piccola premessa da fare: tutto parte dalla barra di ricerca di Google.

Quel piccolo rettangolo orizzontale ha cambiato radicalmente il nostro modo di ricercare qualcosa che ci serve. Capita sempre più spesso, infatti, che gli utenti non cerchino più singole parole, ma digitino, invece, domande più lunghe e con una “sfumatura” discorsiva.

Facciamo un esempio: è sera, molti negozi sono chiusi, e stai andando a trovare tua zia per cena. Vorresti portarle dei fiori, ma dove trovarli a quell’ora? Dunque, cosa scriveresti nella barra di ricerca di Google: semplicemente “fiori”? Oppure “fioristi aperti di notte vicino a me”?
Bene, se la seconda opzione è la tua risposta, sei nel 65% di persone che, quando fanno una ricerca, usano più di 4 parole.

Questo trend, che era già in atto negli anni passati, ha subito una ulteriore impennata in seguito alla commercializzazione di assistenti vocali casalinghi (Amazon Alexa, Google Assistant, Siri). La voce è diventata così uno strumento di ricerca e la conversazione un modo per interagire con Google (e non solo). Ma questa non è l’unica motivazione. Utilizzando gruppi di parole nella barra di ricerca, i risultati che ne derivano hanno solitamente una pertinenza maggiore e una qualità più alta. Questo è dato anche dal fatto che negli anni i content creator hanno sempre più assecondato questo modo di ricercare, usando più parole insieme.

I motori di ricerca sono diventati sempre più abili a navigare nella moltitudine di contenuti presenti nel web per fornire la risposta più accurata possibile. L’algoritmo di Google è, quindi, cambiato nel corso degli anni: analizzando e sfruttando le conversational queries (ricerche con più parole), Google ha via via penalizzato sempre più quelle pagine che erano costituite da troppi link irrilevanti che portavano a pagine poco pertinenti con l'argomento trattato.

Ok, ma cosa vuol dire tutto questo? Fondamentalmente che sei hai un sito dovresti fare quanto segue:

  • suddividere i contenuti in base a macro argomenti principali (chiamati, topic cluster)
  • creare un blog nel quale parli del tuo servizio o del tuo prodotto, scrivendo articoli posizionati su parole chiave “a coda lunga” (long-tail keyword) correlate con il topic cluster prescelto
  • agganciare i vari articoli del blog con una serie di hyperlink che mostrino all’algoritmo di Google una pertinenza di argomento tra le varie pagine del blog e la pagina del topic cluster

Come organizzare un blog?

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Oltre a seguire tutte le regole SEO che già conosci per scrivere un testo, il miglior modo per organizzare oggi un blog aziendale è sicuramente quello di usare un modello basato sui topic cluster, è la strategia più premiata anche da Google. Quello che devi fare è scegliere quali siano i topic cluster più importanti per te e il tuo sito. Per “scalare” le ricerche Google fino alla vetta non devi creare contenuti diretti solamente al topic cluster prescelto, ma l’articolo che scriverai dovrà avere al centro una parola chiave correlata al topic cluster e più specifica, più dettagliata.

Gli hyperlink dovranno essere usati per collegare i vari articoli tra di loro, solo laddove ci fosse continuità di discorso e pertinenza. In caso contrario meglio evitare. Invece, non bisognerà dimenticare il collegamento di ogni articolo con la pagina principale del macro argomento scelto (topic cluster)
Questo modo di strutturare il blog è, appunto, il modello architettonico più premiato da Google, perché facilita le risposte da dare agli utenti attraverso contenuti di valore (inbound marketing)

Ricapitolando, questo tipo di struttura è diviso in:

A - pillar page (pagina del topic cluster)
B - articoli
C - hyperlink

È arrivato il momento di spiegare il punto A!

COS’È UNA PILLAR PAGE?

La Pillar Page è la pagina del sito dedicata ad un topic cluster (macro-argomento).

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In questa pagina l’argomento scelto viene trattato in ogni minimo dettaglio, dentro la pillar page ritroviamo hyperlink diretti agli articoli (che a loro volta, come abbiamo visto, contengono hyperlink diretti alla pillar page). Una pillar page è solitamente più lunga rispetto ad un articolo del blog. Se quest’ultimo deve essere di almeno 500 parole, una pillar page che approfondisce un argomento con completezza dovrebbe essere almeno tra le 1500 e le 2000 parole.

Pur approfondendo un topic cluster con precisione, una pillar page non dovrebbe esaurire la spiegazione di un particolare punto, ma dovrebbe rimandare al blogpost (articolo) specifico su quella questione che ne approfondirà anche ogni singola sfumatura.

COME CREARE UNA PILLAR PAGE?

Per creare una pillar page, come abbiamo scritto, devi decidere quali siano i topic cluster sui quali si baserà il tuo sito. Successivamente dovrai decidere quali siano le parole chiave secondarie e iniziare a creare contenuti di valore relativi a queste parole chiave.
Una pillar page dovrebbe rispondere a qualsiasi domanda o possibile dubbio su un determinato macro-argomento.

PERCHÉ UNA PILLAR?

Partendo dalla ricerca iniziale, quella fatta da più di quattro parole, se l’argomento ricercato dall’utente è affine al tuo topic cluster, la pillar page verrà indicizzata da Google come contenuto di valore che permette di raggiungere altri contenuti di valore. Comparendo tra i primi risultati di ricerca, è probabile che l’utente cliccherà sulla tua pillar page e leggendola deciderà di cliccare su un argomento ancora più ristretto (blogpost basato su keyword inerente al topic cluster). Se così dovesse avvenire, congratulazioni! La tua strategia di inbound marketing sta funzionando!

Ehi, però aspetta un attimo, hai creato le giuste content offer, vero? No? Non sai cosa siano? Allora prenditi un momento per capire meglio come avvenga il buyer's journey.

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cri copia Filippo Ronca

Scrivo, perché se dovessi parlare potrei ferire qualcuno con il mio accento bresciano. Vorrei dire che ho studiato Giornalismo, ma poi quelli che l’hanno studiato davvero, alla Scuola di Giornalismo intendo, si arrabbierebbero. Allora vorrei dire che ho studiato Lettere e Filosofia, ma poi i letterati e i filosofi, apriti cielo, “Non sei uno di noi!” e avrebbero ragione, per carità. Allora vorrei dire semplicemente che mi sono laureato, ma anche qui, quelli che hanno studiato cinque, sei, dieci anni mi direbbero “E la chiami laurea quella?”. Allora, per non far arrabbiare nessuno, dico semplicemente che ho studiato, sì, qualcosa ho studiato. E nessuno può arrabbiarsi, nemmeno le professoresse e i professori che ho avuto al liceo, perché loro mi han già bocciato un anno, quindi, in caso di rabbia, siamo già pari. Poi, io, ti dico, mi piace anche Parigi, Venezia di notte, il cinema che c’è la stanza tutta al buio come una magia, i portici, le caramelle del mercato, un libro qualunque di Gustav Stiksen (ammesso che ne abbia mai pubblicato uno) e l’Arte Concettuale, che non ci capisco nulla, poi mi sembra di capire tutto, e invece no, non ci capisco nulla. Che poi io ho detto all’inizio che scrivo, ma, ad esempio, la punteggiatura. La uso. A caso; è un problema, lo capite!